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Perché Ravello? Perché mi canta. Certo, non è una spiegazione molto soddisfacente, ma io sono un pittore, non uno scrittore. Se volete prose colorite, leggete Shakespeare, ma se volete capire perché sono ossessionato da Ravello, guardate i miei dipinti. Meglio ancora, compratene uno. Di modo che sia voi che io possiamo godere entrambi di Ravello.
Se potessi, vivrei a Ravello. Non per tutto l’anno, non posso permettermelo. Ma tre o quattro mesi all’anno sarebbe bello. Al di là del bello, in particolare ora che sto dedicando la mia carriera a catturare Ravello su tela, e non c’è niente che amo più di dipingere sul posto.
Dicono che quando invecchi realizzi che la vita è un viaggio, non una destinazione. Se cosi fosse, voglio che Ravello faccia parte del mio viaggio. Ovunque io vada, qualsiasi cosa stia facendo, voglio che sia una delle fermate lungo la mia via. Anche la mia pittura è un viaggio, non una destinazione. Non aspiro a dipingere tutta Ravello, nessuno potrebbe. Michelangelo passò anni a dipingere il soffitto della Cappella Sistina; Penso che mi ci vorrebbe una vita intera per catturare adeguatamente Ravello su tela. Voglio solo continuare a dipingerla finchè sono in grado di dipingere.
Ricco illustrato di Chris Apel, Scoprire Ravello, offre una breve storia e un'introduzione a questo famoso borgo medievale. Scritto da suo marito, Robert Walker, il libretto di 33 pagine racconta la storia di come Ravello ha incantato e ispirato musicisti famosi, artisti, attori e scrittori di tutto il mondo.
Non sono la prima persona a trovare ispirazione a Ravello. Tutt’altro. Richard Wagner, il grande compositore Tedesco scrisse il secondo atto di Parsifal, la sua opera finale e forse la più grande opera, a Ravello. D.H. Lawrence scrisse molti dei suoi famigerati romanzi, Lady Chatterley’s Lover, mentre soggiornava a Ravello. Fù qui che André Gide, il famoso autore Francese, scrisse il suo primo romanzo, e dove E.M Forter, il grande romanziere Inglese, scrisse la sua prima novella. Il rinomato autore Americano Gore Vidal visse e scrisse a Ravello per 30 anni, infine diventò cittadino onorario. I dipinti di M.C. Escher, uno dei più popolari artisti del XX secolo, fu pesantemente influenzato da Ravello.
Né sono il primo a trovare romanticisco a Ravello. Settanta anni fa Greta Garbo. La famosa attrice Americana, fuggì a Ravello con l’intenzione di sposare il compositore Leopold Stokowski. Oggi, Ravello è uno dei posti più popolari al mondo intero ideale location per matrimoni. E non c’è da meravigliarsi. Appollaiato sulle montagne Lattari, Ravello offre viste drammatiche del Mediterraneo. Secondo leggende locali, quando satana volle tentare Cristo con le meraviglie del mondo, lo portò a Ravello.
Sono molto lontano dall’essere la prima persona a “scoprire” Ravello. Giovanni Boccaccio, Il grande autore del primo Rinascimento, scrisse delle meraviglie di Ravello molto tempo fa nel Decameron, e molto di ciò che ispirò Boccaccio 800 anni fa è ancora qui oggi. Ravello continua ad incantare.
* * *
Non ho scoperto Ravello fino all’autunno del 1990 quando mio marito ed io eravamo al nostro terzo viaggio in Italia. Dopo aver noleggiato una macchina a Roma, guidammo a sud in autostrada, sempre un avventura. In meno di due ore stavamo sfrecciando attorno Napoli con i nostri occhi incollati al Monte Vesuvio, che si stagliava grande appena fuori ad est. In qualche modo, grazie alla mia costante goffaggine e alle mie limitate abilità di navigazione, abbiamo perso la svolta che ci avrebbe portati attraverso la città di Angri e oltre le Montagne Lattari a Ravello. Una volta realizzato il mio errore, girammo attorno e iniziammo a cercare l’insegna Ravello. Le strade nell’area attorno a Napoli, tuttavia, sono carenti di segnali stradali, e guidare in qualsiasi luogo nelle vicinanze di Napoli è una spaventosa ricerca.
Stavamo viaggiando con un’altra coppia, Lorne e Diana, che erano amici stretti fin dai tempi del college. Lorne sottolineò a mio marito che praticamente tutte le auto sulla strada avevano delle grandi ammaccature,una forte testimonianza dei rischi della guida in un’area metropolitana dove i conducenti non si curano del rosso al semaforo.
Essendo incapaci di localizzare l’uscita che ci avrebbe portato oltre le montagne della Costiera Amalfitana, guidammo più a sud nell’autostrada per Salerno, e prendemmo una strada stretta e sinuosa che si snoda lungo la Costiera Amalfitana.
Come le sirene della mitologia che attiravano i marinai alla loro morte nelle acque al largo della Costiera Amalfitana, la guida di Amalfi è sia seduttiva che pericolosa allo stesso tempo. La strada è scavata nelle montagne che pendono fino al mare. Guidando a nord-est da Salerno, le montagne sono alla tua destra, e il Mediterraneo alla tua sinistra, e l’unica cosa che sta tra le due è la strada stessa. Ogni curva nella strada produce un’altra magnifica vista…e un altro sfiorarsi con le macchine in arrivo.
Il pericolo emerge dalla strettezza della strada, le pendenze pericolose, i grandi autobus di turisti che monopolizzano la strada, e la maniacale urgenza con cui i conducenti Italiani guidano. Come piace dire a mio marito, ci sono solo due tipi di conducenti nella Costiera Amalfitana, i veloci e i morti.
La strada è talmente particolare che da strettoie, frequentemente si presentano a tornanti che non sono mai stati progettati per accogliere un bus e una macchina allo stesso tempo. In un di questi ingorghi di traffico, ci siamo ritrovati confinati tra la montagna da un lato e un bus dall’altro. Anche abbracciando il muro e tirando nel nostro lato gli specchietti, il bus recuperava solo uno o due centimetri. La nostra amica Lorne, che sedeva dietro mio marito, guardò nervosamente le ruote del bus, ed esclamò che poteva contare i rivetti mentre le ruote passavano accanto. Se fosse stato cosi inclinato, avrebbe potuto sporgere di uno o due centimetri e lucidarci. Era così vicino.
A causa della nostra deviazione e degli ingorghi stradali, stava facendo buio quando abbiamo visto il segnale per Ravello. Bob emanò un udibile sospiro di sollievo al pensiero che la strada per Amalfi esistesesse, ma la strada su per le montagne a Ravello fu altrettanto terrificante. Nell’avvolgente buio le strade apparivano più ristrette, gli strapiombi ancora più precipitosi, e la nostra destinazione sempre più elusiva.
Avevamo una prenotazione al Caruso Belvedere, un meraviglioso palazzo antico in cima a Ravello. Per arrivare li, dovevamo guidare per i vicoli fino a quando le stradine non diventavano tornanti e girare attorno ad una vecchia fontana. Come tribolazione finale, gli ultimi cento metri di strada che portano all’hotel erano in riparazione. Un grande fosso era stato scavato al lato destro della strada, lasciando poco spazio per fare manovra. Walker, come a mio marito piace essere chiamato, si preoccupò che saremmo rimasti bloccati nella fossa o che non ci sarebbe stato abbastanza spazio per girare attorno in cima, ma come infine scoprirete nelle colline dei paesi d’Italia, c’è sempre abbastanza spazio per fare manovra. E, misericordiosamente, quando arrivammò in hotel, c’era anche un parcheggio che aspettava noi. La nostra piccola avventura alla guida era arrivata ad una fine.
Il Caruso Belvedere è un ex palazzo dell’XI secolo che fu convertito in un piccolo hotel nel 1893 da Pantaleone Caruso, il proprietario di un vigneto locale. Oggi è un hotel a cinque stelle completamente rinnovato, uno dei più raffinati d’Europa, ma nel 1990 mostrava i suoi anni.
Quella notte abbiamo cenato nel ristorante dell’hotel. Il nostro cameriere, il venerabile Luigi, era un simpatico e memorabile intrattenitore. Dal nostro tavolo si potevano vedere le luci di Maiori e Minori, due vicine cittadine costiere, e se guardavi abbastanza da vicino, potevi vedere le macchine tessere la loro strada lungo la strada di Amalfi di notte. Dio li aiuti.
La cena quella sera fu romantica, quasi una esperienza magica. Guardando attorno il ristorante poco illuminato e il formalmente vestito Luigi uscire i piatti per i loro tavoli, ho fantasticato di essere un viaggiatore Inglese del XIX secolo all’ultima tappa del suo Grand Tour. Ho provato a immaginare chi altro avrebbe potuto cenare al nostro tavolo. Anni dopo, avrei scoperto che il Caruso Belvedere aveva avuto una lista di illustri ospiti che includono alcuni giganti della letteratura come Virginia Woolf, Graham Greene, William Styron, e Gore Vidal.
Presto nel mattino seguente, molto prima che fossi pronto, fui svegliata da un luminoso fascio di luce. La Costiera Amalfitana è una penisola che protende verso ovest in direzione del mare. Il sole sorge su un lato della Costiera Amalfitana e tramonta nell’altro lato, offrendo agli abitanti albe e tramonti teatrali. Nei mesi invernali, quando il sole è basso nel cielo, sorge e tramonta direttamente sopra l’acqua, mentre nei mesi estivi, sorge e tramonta più all’interno oltre le montagne.
In questo particolare mattino il sole si levò dove le montagne incontrano il mare, i suoi raggi illuminavano le nuvole, rendendo il mare raggiante, snellendo le montagne, e producendo una vera e propria tavolozza calda del pittore, colori chiari: gialli translucidi, arancioni teatrali e blu scintillanti.
L’effetto complessivo fu ipnotico, e se fossi stato un pittore esperto in paesaggi, mi sarei arrampicata per catturare il momento in tela o in camera. Ma la mia carriera da pittore ebbe inizio solo qualche anno prima e catturare la meraviglia di quel momento era fuori dalle mie modeste abilità. Invece appena ho aperto le porte del balcone con i loro vetri fragili si rivelò la pura bellezza di tutto ciò.
Il mattina seguente, dopo una piacevole colazione, mio marito ed io partimmo per esplorare un po’ Ravello. Quando uscimmo dall’hotel, una limousine nera ci fece salire e scaricò due coppie con i loro bagagli. Scoprimmo dopo, che erano destinati al Palumbo, un antico e prestigioso hotel in una piccola strada troppo stretta per le macchine grandi.
Walker, che era impegnato a guardare la mappa, andò avanti per il sentiero stretto, mentre io mi fermai a guardare i nuovi arrivati. Quando ritornai indietro da lui, gli dissi che quell’uomo assomigliava a Bob Newhart e Don Rickles, i comici. Suscitò la sua curiosità, mi tirò dentro un parco vicino all’hotel e aspettammò di rivederli. L’autista arrivò attraverso il vicolo stretto con i bagagli, ma non vi era traccia delle due coppie. Alla fine lasciammo stare. Mentre tornavo indietro per il sentiero, sbattei la testa nella videocamera di Bob Newhart, facendo una breve e poco lusighiera apparizione nel suo video delle vacanze. Mi chiedo spesso se sono finita nella sala montaggio.
Sfortunatamente per me e mio marito, il nostro giro turistico a Ravello finì drammaticamente con una brutta influenza che avevamo preso dalla nostra amica Diana, che, dopo averci baciato entrambi all’aereoporto negli Stati Uniti, ci informò che si stava riprendendo da una delle peggiori influenze che potesse mai ricordare. Di conseguenza, la maggior parte del nostro tempo a Ravello lo passammò nella nostra camera ammirando soltanto la bellissima vista. Io mi avventurai brevemente fuori, ma soltanto per cercare un rimedio al mal d’orecchie.
All’epoca il mio italiano era limitato a grazie e prego, e i dottori locali non parlano nemmeno una parola di Inglese. Poco dopo aver visitato una farmacia locale, ritornai in camera mia con le ricette in mano, e rimasi li per tutto il resto della nostra breve visita. Non è la migliore introduzione a uno dei più spettacolari paesi in tutta Italia.
* * *
Sarebbero trascorsi otto anni prima di tornare a Ravello. Nel frattemp, siamo tornati in Italia tre volte, ma sempre restando a nord di Roma. Quando finalmente tornammo a Ravello prenotammo cinque notti a Villa Maria, con l’intenzione di andare a Capri per tre notti e dopo guidare indietro verso Roma per la tappa finale del nostro soggiorno di due settimane.
A volte arrivare a destinazione è mezzo divertimento. Non in questo caso. Questa volta, siamo riusciti a prendere la giusta uscita dall’autostrada. Era un giorno abbastanza caldo di Giugno. Eravamo usciti da Angri, un piccolo ma irregolare paesino che fa sentire i viaggiatori stranieri paricolarmente…arrabbiati. La cittadina è un brutto labirinto con stradine strette, e navigare per la tua strada verso Ravello richiede molta attenzione alla miriade di segnali stradali. Ad ogni intersezione potrebbero esserci una dozzina di segnali o anche di più. I segnali erano uniformamente piccoli e molti di essi indicavano in direzione degli hotels e altre destinzazioni locali, e tu potevi guidare a lungo senza trovare un segnale stradale appropiato. Di conseguenza, rallentavamo ad ogni angolo per cercare disperatamente un segnale che indicasse Ravello o la Costiera Amalfitana. Dopo diversi giri, inclusi alcuni sbagliati, guidammo attraverso un piccolo tunnel e iniziammo la nostra strada attraverso i tornanti della Montagna Lattari con la speranza che questo tragitto tortuoso ci avrebbe portato alla nostra destinazione finale.
Lungo la via abbiamo avuto più di qualche incontro ravvicinaro con dei bus in arrivo, e dopo una curva trovammo un gregge di pecore, un sollievo rispetto alla guida straziante. Infine, tuttavia, attraversammo le montagne e iniziammo a vedere segnali di Ravello. In lontananza vedevamo i splendenti raggi di sole sfiorare l’azzurro dell’acqua del Mediterraneo. Eravamo quasi lì.
Walker, mio marito, tirò un pesante, ma prematuro, sospiro di sollievo mentre ci avvicinavamo alla città. La vera avventura doveva ancora venire. Ravello è molte cose, ma non accessibile con l’auto. Il centro della città è chiuso al traffico veicolare, e alcune destinazioni, incluse un numero di hotel raffinati, sono raggiungibili a piedi. L’assenza di macchine fa parte del fascino di Ravello, ma rappresenta una sfida per tutti gli arrivi con automobile.
Vi è un parcheggio per i visitatori proprio sotto la piazza centrale della cittadina, ma il parcheggio è molto costoso e non necessariamente la miglior opzione per quelli che pernottano durante la notte. Noi parcheggiamo lì fin dall’inizio e camminando in salita per un quarto di miglio fino a Villa Maria, un piccolo, ma delizioso hotel che offre viste teatrali della vallata sottostante e del Mediterraneo in distanza.
Alla reception ci è stato detto che potevamo parcheggiare la macchina gratis all’Hotel Giordano, a due passi dal parcheggio comunale. Desideroso di risparmiare qualche lira, tornammo indietro e iniziammo la nostra prossima avventura rizza capelli.
Sulla via del ritorno al parcheggio comunale siamo passati dall’hotel Giordano, ma poco dopo ci siamo resi conto che arrivare la con la macchina sarebbe stata un’impresa, dovevamo prima trovare la via per ritornare nell’altra parte della città, via tunnel, e guidare attraverso un altro tunnel che conduceva alla piazza centrale della cittadina. A quel punto, eravmo vicini, non cosi lontani dai confini sicuri dell’Hotel Giordano.
Svoltammo a sinistra su una stradina piccola, stretta piena di negozi, ma alla fine del breve blocco dovevamo fare una brusca svolta a destra in una stradina ancora più stretta che portava all’hotel in breve distanza. Al lato sinistro della strada vi erano edifici e nell’altro lato piloni metallici collegati da una catena. Avevamo, secondo i calcoli di mio marito, circa tre centimetri di spazio in entrambi i lati della macchina. Si è rivelato essere una generosa valutazione. Anche con gli specchietti tirati dentro in entrambi i lati, avevamo due centimetri di distanza.
Il temperamento di Walker, sotto normali circostanze, è piuttosto equilibrata, ma niente disturba la sua quite come guidare una macchina a noleggio con una grande assicurazione deducibile in uno spazio confidenziale. Quando il muro nel suo lato della macchina graffiò lo specchietto, lui perse quasi la pazienza. Fermò la macchina, e scendemmo dalla parte del passeggiero per ispezionare il danno. In qualche modo – e non serve molta immaginazione per vedere come – riuscì a mattere la macchina in una posizione in cui avremmo potuto solo fare più danni alla macchina in qualunque modo avessimo guidato. Non è il modo per iniziare una vacanza.
In dieci minuti la macchina era al sicuro nel parcheggio dell’hotel, ma non senza l’aiuto dello staff dell’hotel. Con un piccolo sollevamento furono capaci di spostare la macchina senza ulteriori danni. Uno dei nostri aiutanti, senza dubbio divertito da questi Americani indifesi, si offrì volontario per guidarci per il resto della strada, ma Walker pensò che era meglio, in questo frangente, lasciare la guida ai professionisti.
Pianificando il nostro viaggio, abbiamo parlato con disinvoltura di usare Ravello come base, e fare delle gite in macchina a Positano, Amalfi, e altre maggiori attrazioni in questa area, inclusi i templi greci nella vicina Paestum. Nella via di ritorno all’hotel, mio marito suggerì che avremmo potuto lasciare la macchina dov’era e focalizzarci su Ravello per pochi giorni. Che meravigliosa e fortutito consiglio si rivelò, infatti ci sono molte attrazioni meravigliose nella Costiera Amalfitana, che non sono cosi belle come Ravello.
Dopo aver avuto accesso alla nostra stanza, camminammo indietro verso il centro della città per familiarizzare con Ravello e goderci un pranzo in ritardo. Mentre giravamo attorno quel pomeriggio, ero completamente incantata. Quella sera nel mio diario scrissi che “era divino essere ritornati” a Ravello. Ho notato che “trasudava fascino”, e che i fiori “ sbucavano ovunque”. Credo che sia stato amore a seconda vista.
Negli otto anni che trascossero dall’ultima visita a Ravello, ero diventata una seria artista. Adesso, per la prima volta veramente, guardavo la città con gli occhi dell’artista, e ovunque guardavo vedevo potenziali dipinti. Non avevo le mie pitture o il mio cavalletto con me, ma avevo l’album degli schizzi, e avevo una forte urgenza di inziare ad abbozzare.
Avevo pianificato di fare un grande numero di foto nel nostro viaggio con l’idea di fare dei dipinti dalle fotografie al mio ritorno, ma la batteria della mia fotocamera non funzionava, e ho iniziato ad innervosirmi per aver perso possibili fotografie. Walker, che aveva ritrovato la sua normale calma composta, silenziosamente mi ascoltava borbottare su come volevo fotografare e dipingire.
Quella sera andammo a cenare nella veranda di Villa Maria. Eravamo seduti in un tavolo per due vicino la ringhiera che affacciava sulla vallata sottostante e le luci della piccola città lungo la via. Lo scenario era magico e godevamo di un pasto magnifico. Iniziai con un beata insalata di pomodoro. Gli agricoltori locali coltivano diversi tipi di pomodoro, e a Giugno sono tutti freschi e deliziosi. Entrambi prendemmo carne di vitello al limone come prima portata. A Ravello, imparai dopo, non sbaglierai mai mangiando qualsiasi cosa fatta con i limoni locali.
In seguito, camminammo verso il centro della città, e ci fermammo a ordinare un drink post cena al caffè in Piazza Vescovado, la piazza principale. Da un lato vedevamo il Duomo (cattedrale) dell’XI secolo che domina la piazza. L’altro lato della piazza affaccia sulla Valle del Dragone che separa Ravello da Scala, la vicina cittadina. Era lì, in quella calda sera d’estate di Giugno, che per la prima volta assaggiai il limoncello, il liquore firmato Costiera Amalfitana che adesso sta guadagnando una popolarità globale. Che saporito, assolutamente delizioso modo di concludere una giornata a Ravello! Realizai dopo perché i limoni erano una caratteristica di rilievo nelle ceramiche che sono vendute nei negozi.
Il mattino seguente, dopo una piacevole colazione in veranda, siamo partiti alla scoperta di Ravello sul serio. Iniziammo da Villa Rufolo, che per secoli è stata la maggior attrazione di Ravello. Costruita oltre 800 anni fa, molto è stato perso negli anni, ma ciò che rimane è stpendamente bellissimo: Le torri Moresche e il chiostro, e i più teatrali, i giardini che offrono ipnotizzanti viste del Mediterraneo sottostante in lontananza.
Il clima quel giorno fu particolarmente caldo. Anche la piccola lucertola che si aggirava attorno a mattoni e mura sembravano essere prese d’assalto dal calore. Anni dopo imparai che M.C. Esher, nel XX secolo, litografo olandese, le cui incisioni di lucertole erano molto popolari tra gli studenti quando andavo al college, furono influenzate dalle stesse lucertole durante il suo soggiorno a Ravello. Credo che un artista non sa mai dove troverà ispirazione artistica.
Verso mezzogiorno, ci siamo fermato a pranzo nella da Cumpa’ Cosimo, che è una trattoria a gestione familiare decisamente molto deliziosa gestita da Netta Bottone. Netta ci venne a salutare quasi come se fossimo vecchi amici indossando un grembiule blù molto anni ’50 (detto “Mandesino”), anche se non credo che lei si sia davvero ricordata che noi venimmo otto anni prima. La pasta non sorprende che fosse divina, ma quello che mi colpì furono le cerase (ciliegie) che quel giorno ci servì come dessert. Provengono dal suo giardino che si trova sul retro ed erano incredibilmente dolci; da fare invidia alla frutta biologica che compro dal mercato ortofrutticolo quando vado a casa.
A cause dell’incredibile caldo, accettammo il suggerimento del receptionist e andammo a farci una nuotata nell’ Hotel Giordano che ha una una piscina dalla giusta misura con una vista panoramica della città e della collina. In piscina prendemmo due sedie a sdraio che erano all’ombra di gelsomini dall’odore indimenticabile.
Dal suggerimento dello staff dell’Hotel, nel pomeriggio andammo a seguire un concerto a Villa Rufolo del pianista Daniel Blumenthal, che eseguì due sonate di Beethoven e una di Brahms. Si trattava di un concerto all’aperto tenuto tra le rovine della villa. Sedie pieghevoli vennero messe sul prato. Il pianoforte faceva da cornice alla meravigliosota arcata di pietra. Devo ammettere che ci sono ben poche cose così piacevoli come ascoltare musica classica in mezzo alle rovine di un’antica villa italiana con un cielo stellato e accarezzati da una calda brezza marina. Lintervallo è stato caratterizzato dallo champagne e dal limoncello, e alla fine del concerto Blumenthal ha eseguito due strepitosi bis. Tutto il pomeriggio, mi sentii come fossi in paradiso… e per così dire, lo ero. Quando stavamo per tornarcene a casa, dissi a Walker in tutta onestà che non volevo andarmene. Si mise a ridere e mi disse che potevamo rimanere fino a che non avrebbe cacciato l’auto dal parcheggio dell’Hotel Giordano.
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Il destino decise e lasciammo Ravello ma non così presto come avevamo previsto all’inizio. Il mattino seguente io e Walker decidemmo di estendere la nostra permanenza a Ravello. Tina, la nostra concierge così sorridente e coinvolgente di Villa Maria era davvero felicissima di cancellare la nostra prenotazione per Capri.
Dopo un’altra piacevole colazione sulla veranda, abbiamo avuto il piacere di incontrare Vincenzo Palumbo, che è il proprietario di Villa Maria. Il Professore come è affettuosamente conosciuto, si offrì du mostrarci Villa Eva che è li a pochi passi. La villa che è sottoposta a un’ampia ricostruzione, è nascosta sotto un muro molto largo ma I passanti possono sbirciare attraverso il portone e buttare lo sguardo alla villa e ai giardini.
Patrizio sia d’apparenza che d’atteggiamento, il professore è stato davvero una guida molto gentile, mostrandoci persino il piano di sotto e portandoci a vedere le camere da letto che sono ancora con in lavori in corso. Ci parlò in maniera del tutto confidenziale, dei suoi piani di trasformare Villa Eva in un luogo per I matrimoni ed è facile vederne il potenziale. La villa a due piano, che era poco più che centenaria, era circondata da giardini, fiori, maricapiedi e panchine. Il primo piano era largamente aperto con un soffitto molto alto, mure bianche e piano con finestre a soffitto che ci hanno offerto una meravigliosa veduta del giardino sia su un lato del Mediterraneo che nell’altro.
Nella sala principale, fori sono stati tagliati sul soffitto che hanno permesso alle viti in fiore di entrare e di serpenteggiare lungo il soffitto in un delizioso effetto reticolare. Non c’è bisogno, credo, di fare I fiori agli sposi per ogni ricevimento che si tiene in questa villa. Li fuori, già vedevo le feste di nozze allineati per le foto nuziali con alle spalle la stupenta Costiera Amalfitana.
Mentre nella vita c’erano ancora I lavori, il professore ci invitò ad utilizzare il giardino a nostro completo piacimento durante la nostra permanenza. Ovviamente non quando ci sono I muratori, ma ci disse che avremmo potuto avere I giardini tutti per noi. Così abbiamo fatto e abbiamo trascorso un’oretta rilassandoci nei giardini per poi rinnovare la nostra esplorazione di Ravello.
Lasciando Villa Eva, girammo a sinistra e continuammo la nostra passeggiata verso Villa Cimbrone lungo Via di San Francesco. t and continued our walk towards the Villa Cimbrone along the Via di San Francesco. Pochi passi lungo il sentiero ecco un giardino di verdure da cui provengono I pomodori che mangiai la sera prima. Villa Maria ha un ampio giardino da cui provengono alcuni prodotti per la cucina ma che viene messo a disposizione anche degli ospiti dell’hotel per fare due passi.
Anni addietro, venimmo a sapere che Villa Maria e l’Hotel Giordano presero parte alla famosa Scuola di Cucina Nonna Orsola dove in genere I partecipanti iniziano la loro lezione di cucina prendendo le verdure da questo giardino. Per chi come me che ama cucinare con ingredienti freschi questa è proprio una goduria!
Giusto pochi passi più in là eccoci nel Monastero di Santa Chiara. Otto secolo prima, San Francesco visitò Ravello e fondò un monastero nelle vicinanze di Amalfi. Da allora l’ordine dei Francescani e delle “povere Clarisse” si stanziò in un monastero nelle vicinanze di Amalfi. Da allora l’ordine delle “povere Clarisse” e dei Francescani ha avuto la loro bella rappresentanza sulla Costiera Amalfitana.
Santa Chiara, purtroppo, non era aperto al pubblico, r, was not open to the public, così abbiamo passeggiato lungo una viuzza arrivammo sotto un arco coperto che forma l’ingresso esterno del giardino di Villa Cimbrone.
In gran parte Villa Cimbrone è stato voluto da un aristocratico inglese, ma a differenza di Villa Rufono, non ha la stessa storia, mancando di lineamenti architettonici, devo molta della sua bellezza ai suoi giardini scopliti e alla veduta dal suo strabiliante belvedere.
Nel 19° secolo, Villa Cimbrone era poco più che una cascina abbandonata. Ma Lord Grimthorpe decise di trasformarlo completamente. Dopo averla acquistata nel 1904, assunse Nicola Mansi, un costruttore locale a sovraintendere ai lavori di ricostruzione della cascina e per dare forma ai giardini. I mobili d’arredo e gli oggetti d’arte vennero importati per dare alla villa un’apparenza di struttura storica e un buon numero di grandi sculture vennero acquistate per piazzarle nei giardini nella follia della loro creazione.
Oggi, i giardini di Cimbrone sono dei capolavori unici nel loro genere. I sentieri sono fatti da mattoni e il pergolato coperto da fiori fa in modo che il visitatore vi passeggi a proprio godimento. Il sentiero sotto il pergolato principale porta a un tempio neoclassico dedicato a Cerere, ed appena oltre c’è il belvedere, un’ampia balconata che affaccia sulla costa mediterranea. Questa viene chiamata la Terrazza dell’Infinito, la quale una volta Gore Vidale disse che era la veduta più romantica ed elegante del mondo. I busti di marmo formano un contrasto netto con il mare blu che c’è sotto, lasciando un’impressione indimenticambile.
C’è un sentiero che condice ad altri due santuari che sono a dir poco stravaganti follie. Il primo è dal design classico si chiama il Poggio di Mercurio, dove c’è una statua di Mercurio reclinato su una roccia. Il secondo, il Tempietto di Bacco, consiste di un piccolo templio sostenuto da otto colonne con in mezzo la statua di un satiro che regge dei grappoli d’uva. Qui si trovano le ceneri inumate dii Lord Grimthorpe.
Lungo il percorso si contra la Grotta di Eva, una piccola grotta o una cava con la scultura nuda di Eva seduta che contempla, probabilmente, il Giardino dell’Eden. C’è un portone di ferro davanti alla grotta, tuttavia, che fa in modo da prevenire la vandalizzazione della scultura da parte dei visitatori. Il cancello venne messo lì dopo che il noto scrittore britannico D.H. Lawrence, decise che Eva aveva bisogno di una mano di pittura fresca. I proprietari non ne erano affatto entusiasti.
C’era una volta, non molto tempo fa, quando Ravello era famosa per le sue grotte. I turisti erano soliti venire da ogni dove per esplorare le cave che ancora punteggiano l’insenatura delle montagne in cui si trova Ravello. L’intera Costiera Amalfitana, infatti, contiene molte grotte famose comprendendo anche la Grotta Azzurra di Capri che può essere raggiunta in breve tempo in nave da Amalfi. Oggi, difficilmente gli escursionisti e gli speleologi esplorano ancora le grotte nei pressi di Ravello, ma l’unica grotta che piace a diversi turisti è proprio questa piccola cava nel terreno di Cimbrone. Sinceramente le cave non è che mi fanno impazzire, ma questa è l’unica che non mi stancherò mai di cercare.
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Quel pomeriggio quando ci sedemmo sulla veranda di Villa Maria per mangiare la nostra cena, avemmo la fortuna di incontrare una coppia di gran classe. Erano più vecchi di noi, più o meno l’età dei nostri genitori e molto raffinati. Li avevo già notati prima durante il nostro soggiorno. Lui teneva con se un libro di Patrick O’Brien che portava appresso. Lei era un’artista. E’ venuto fuori che erano di Annapolis nel Maryland, a poca distanza in macchina da dove vivevamo ad Alexandria,in Virginia. Lei e suo marito hanno sviluppato un legame molto stretto per Ravello e decisero di tornarci ogni anni. Lei disse che amava dipingere le scene di Ravello sul posto e infatti io la vidi poco prima a Villa Cimbrone che faceva degli schizzi con dei colori ad acqua.
Dopo cena lei mi mostrò alcune foto dei suoi lavori. Dipingeva ad olio e gran parte dei suoi disegni erano astratti. Il mio senso artistico si ferma più verso il classico, ma lei aveva uno strabiliante senso del colore e del disegno. Ascoltando il suo amore per Ravello e l’ispirazione che ne deriva, ho invidiato la sua devozione artistica per Ravello.
Quella notte sul mio giornale, scrissi I loro nomi che l’idea di rimanere in contatto con loro. Non lo faccio mai ma sarò sempre in debito con lei per avermi dato l’ispirazione di dipingere Ravello. Prima di allora l’idea di ritornare ogni volta in un posto, persino stupendo come Ravello, sembrava molto limitante. Io e mio marito eravamo viaggiatori insaziabili e anche se amavamo l’Italia e in particolar modo Ravello, avevamo comunque l’intenzione di viaggiare anche in altri paesi, in Europa e oltre. L’idea di dipingere Ravello è stata piantata. Aveva soltanto bisogno di uscir fuori.
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Per il resto del nostro soggiorno di dieci giorni dividemmo il nostro tempo tra piccole gite turistiche e puro relax a Ravello. Una mattina ci indirizzammo vero Scala, la città che si trova dall’altra parte della Valle del Dragone. Scala è quasi un piccolo villaggio pieno di fascino con una vecchia cattedrale e le rovine di un’antica fortificazione ma paragonata a Ravello l’ho trovata che lasciava a desiderare. Sul mio giornale scrissi che era “un po’ deludente”. La caratteristica più interessante era la veduta panoramica che dava verso Ravello.
Un altro giorno, ci riprendemmo la vita in mano e facemmo un’escursione nelle città costiere di Atrani e Amalfi. Another day, we took our life into our own hands and hiked down to the coastal towns of Atrani and Almafi. I sentieri non sono segnalati per bene, ed è facile andare fuori strada andando a finire in mezzo a giardini, vigneti, piccole fattorie che punteggiano le colline. Non ti perderai mai, ma sarà certamente un’avventura. In certi passaggi le zone solo alquanto ripide e non sai cosa si nasconde dietro l’angolo, se si tratta di un cane che abbaia o le rovine di una vecchia chiesa.
Atrani e Amalfi sono pittoreschi e amo esploare le strade strette, I negozi e le chiese. La cattedrale romanica di Amalfi è davvero mozzafiato. Ha una facciata molto imponente che è illuminata da mosaici dorati e c’è una grandissima rampa di scale che porta sul portico principale. Il chiostro con le sue colonne moresche, meritano davvero una visita.
Positano,è una delle destinazioni turistiche più popolate d’Italia e si trova solo a piccola distanza di autobus da Amalfi ma Positano è meglio raggiungerla in barca che permette di ammirare l’intercapedine di montagne e mare che rende la costiera amalfitana così famosa. Adoro guardare le cave e I porti che punteggiano la linea costiera e arrivare a Positano in barca è delizios. Costruita su una collina ripida, Positano è il posto ideale per le capre di montagna. Le costruzioni spiccano per I colori sgargianti ma l’intera città da l’impressione che può facimente precipitare a mare. Certamente non vorrei trovarmi a Positano se dovesse verificarsi un grande terremoto.
Più di ogni altra cosa, adoro la tavolozza di colori dei pittori che dipingono Positano, dal bianco scintillante e I colori pastello delle case dal rosa, rosso e porpora sgargiante dei glicini e dei bungaville che svolazzano nell’aria suli tralicci e I pergolati in tutta la città.
Chiunque viaggia per la Costiera Amalfitana dovrebbe visitare queste città costiere e godere del loro splendore che sembra essere immerso nel sole, in particolar modo se piace l’accesso alle spiagge e il mare, ma a fine giornata non c’è nulla di meglio che tornarsene a Ravello. Amalfi e Positano hanno le loro attrazioni, ma sono confinati tra le montagne circostanti e d’estate orde di turisti intasano le strade . Ravello che si trova sul pizzo di una montagna ha il suo buon traffico di turisti durante il giorno ma certamente non dello stesso grado e quando viene il pomeriggio la piazza principale di Ravello diventa un luogo di ritrovo per le famiglie con le madri che spingono i passeggini, gli adolescenti che si riuniscono in piccoli gruppi e quelli più giovani che portano biciclette o giocano a pallone con i loro compagni di giochi.
Ravello ha anche dei vantaggi che gli derivano dalla sua posizione elevata. Permette di guardare giù verso Amalfi da un altitudine di 500 metri, offrendo una veduta della costa Mediterranea che chi sta nelle città costiere non vedrà mai. Le città costiere non hanno nepppure giardini e ville del calibro di Villa Rufolo oppure Villa Cimbrone. A meno che non ti piace la folla e l’accesso immediato alla spiaggia, Ravello è il posto ideale della Costiera Amalfitana.
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Molti di coloro che visitano Ravello per la prima volta vi arrivano con l’autobus da Amalfi. Vuoi che si tratta di quelli turistici o di linea come per quelli della SITA, gli autobus fanno da sponda tra Positano, Amalfi, Ravello ed altri punti di interesse nella Costiera Amalfitana, è emozionante percorrere le strade sinuose che salgono su per la montagna dalle grandi vedute per coloro che sono coraggiosi abbastanza da tenere gli occhi aperti. Le strade sono strette e molti punti succede che gli autisti devono negoziare chi passa per primo quando non c’è spazio per un altro veicolo. Fortunatamente larghi specchi sono posizionati ad ogni svolta. Senza di essi gli autisti non saprebbero mai se un altro veicolo si sta avvicinando e molte auto si sarebbero perse verso un un brusco precipizio o avrebbero fatto qualche incidente per non essersi visti.
Una sezione della strada di Ravello è talmente stretta che è stato necessario installare delle luci di stop . Poste a quasi un quarto di miglio ( circa 400 metri) le luci sono sincronizzate in modo da consentire il senso unico alternato tra di loro. Tuttavia non tutto funziona sempre bene in Italia, e un pomeriggio nel nostro ritorno per Ravello in autobus da Amalfi le luci non funzionarono. Come risultato il nostro autobus trovò un altro autobus dirigersi dal lato opposto della strada. Per fortuna, c’è abbastanza spazio per fermarsi. Ma sfortunatamente non c’era abbastanza spazio per farli passare entrambi.
I fisici debattono a lungo su cosa succede quando una forza irresistibile incontra un oggetto fermo. Questa sono state le supposizioni che ci siamo trovati ad affrontare in quel pomeriggio assolato. Gli autisti dei pullman discutevano su questa possibilità del tutto teorica resa reale sulla Costiera Amalfitana. La discussione era animatissima con tanto movimento di braccia. Circa 20 minuti passarono . Sembra la forza irresistibile (il nostro autobus) non voleva tornare indietro, mentre un oggetto fermo (l’altro autobus) si rifiutava di proseguire. Nel frattempo questo punto morto si stava facendo molto interessante nel momento in cui le auto iniziarono a incolonnarsi dietro ad entrambi gli autobus.
Qualunque sia il bus che avrebbe deciso di muoversi, avrebbe dovuto negoziare una brusca curva della strada, così come avrebbero fatto tutte le auto incolonnate. La fortuna volle che il nostro autobuso (la forza irresistibile) venne forzato a partire e proseguire. Questo venne reso possibile grazie all’aiuto di numerosi vigili improvvisati.
L’intero incidente era un poco spaventoso ma anche un poco spassoso, ma ringrazio Dio che Walker non stava guidando nessuna delle auto che si sono trovate nel traffico. Mio marito, senza dubbio, sarebbe uscito fuori dai gangeri. Lo si sarebbe trovato letteralmente o metaforicamente stecchito lì a Ravello.
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Dopo il nostro ritorno da quel viaggio nel 1998 l’attrazione per Ravello era così forte che immediatamente iniziai a programmarne il ritorno e non passò molto tempo quando mi venne l’idea: ritornare a Ravello con buoni amici per celebrare il millennio.
Io e mio marito avevamo discusso molto per trovare un posto carino per il millennio, e nessuno di noi riusciva a immaginare un posto abbastanza bello come Ravello. Perchè no? My husband and I had been talking for some time about going someplace nice for the millennium, and neither of us could imagine any place quite as nice as Ravello. So why not? Se il sistema civilizzato sarebbe crollato a causa del tanto temuto millenium bug, perchè non pensare di trovarsi con amici stretti in una bellissima città con le cantine ben fornite?
E fu cos’ che il 28 Dicembre 1999, ritornammo in Italia in compagnia di 6 amici molto cari. Ritornarvi, ancora una volta, è stata un po’ una sfida. Dovemmo noleggiare tre auto all’ aeroporto di Roma e Walker maneggiava delle radio Walkie-Talkie (mio marito era ancora molto nel 20° secolo) così che noi potessimo comunicare lungo la strada. Temeva che che ci saremmo persi ad Angri e non saremmo mai arrivati alle montagne di Ravello.
Invece che guidare dritti per Ravello dall’aeroporto, decidemmo di trascorrere la notte ad Anagni, una cittadina che nel Medioevo era conosciuta con l’appellativo “Città dei Papi”. Quella sera dopo aver visitato la cattedrale, ci rendemmo conto che lo”spirito del millennio” stava correndo molto in fretta e ce ne accorgemmo dalla cena
Anagni si trovava a metà strada tra Roma e Ravello lasciandoci davanti solo poca distanza da fare il mattino seguente. Mentre raggiungevamo Ravello, tuttavia, incontrammo un forte incolonnamento in autostrada . Per più di un ora il traffico era completamente bloccato e praticamente tutti uscirono dalle proprie auto. Giovani donne italiane camminavano facendo bella mostra dei loro cappotti di visone alla moda nel fresco dei 40 gradi di temperatura, mentre i loro mariti o fidanzati erano occupati a parlare al cellulare. Con il traffico ancora lento, uscimmo dall’autostrada nella speranza di vedere Monte Cassino, la famosa abazia Benedettina bombardata in maniera intensa dagli alleati durante la seconda guerra mondiale. Per un colpo di fortuna, tuttavia, arrivammo dieci minuti prima della chiusura di mezzogiorno.
Ci rivedemmo per il pranzo in una pizzera nei dintorni, e mentre stavamo mangiando sentimmo un signore anzianotto suonare una sorta di cornamusa fatta con la vescica del maiale. Indossava un lungo mantello nero adornato di medaglie, sandali eating we were serenaded by an older man playing a crude bagpipe that was made from a pig’s bladder. He wore a long black cape adorned with medals, sandali a riccio e un cappello da Alpino. Con la sua grande barba folta e i suoi occhi luminosi, sembrava un folletto nata dalla fantasia di un bambino. Si avvicinò al nostro tavolo facendoci una serenata al patrono e ricevendo in cambio laute mance.
Il nostro spirito ritornò a vivere grazie al cibo e al divertimento, ci immettemmo in autostrada senza problemi con il nostro convoglio ancora intatto trovando l’uscita per la tanto agognata Angri. Avvisammo gli altri che percorrere le strade di Angri non era un’impresa facile e Walker si fece coraggio e volontariamente fece da capo-pista. Stavolta non ci perdemmo, il traffico era intenso e prima che uscimmo dalla città incappammo in una grande processione funebre che procedeva a piedi per parecchi blocco, altrove avremmo pototuto virare altrove e circumnavigare la processione funebre, ma Walker aveva paura, propabilmente aveva ragione, di perdersi di nuovo ad Angri.
Alla fine la processione terminò nel cimitero e il nostro pellegrinare del millennio verso Ravello riprese in maniera sincera. Parlando molto tramite i Walkie-Talkie, ci trovammo a passare sotto una galleria stretta e su verso le montagne dove la strada diventa più ventosa. Le cime delle montagne erano ricoperte di neve . Ad un punto vicinino la cima ci imbattemmo in un gregge di capre guidate da un pastore e i suoi cani. Dopo 45 minuti che guidammo attraverso le montagne raggiungemmo la nostra destinazione finale, parcheggiammo nel parcheggio municipale che si trovava nella piazza di Ravello, scaricato i nostri bagagli e iniziato la nostra salita verso Villa Maria con un po’ di sollievo e molte risate.
Ricordo in maniera indistinta come è stato bello sentirsi di ritorno. Il Professore Palumbo e Tina, i receptionist, ci salutarono alla porta quasi come se fossero amici perduti. La stessa Villa Maria era tutta decorata per le festività compresi i tavoli, i rami sulle balaustre e un meraviglioso albero di Natale nella Hall.
Quel pomeriggio, nel salone dell’Hotel ricominciammo le nostre festività pre-millennio. Era scuro fuori, percui non potevamo vedere il mar Mediterraneo, ma potevamo vedere le luci di Pontone, un piccolo villaggio dall’altra parte della valle e le luci delle auto che attraversavano le strade montagnose.
A cena la conversazione iniziò a vertere sul millennio. Walker fece una riflessione su come sarebbe stato l’inizio del millennio per gli abitanti di Ravello. Amalfi nell’anno 1000 emerse come potenza marittima, mentre probabilmente Ravello era abitata da contadini, pastori e famiglie di mercanti che avrebbero poi costruito il Duomo ed altre chieste nei successivi due secoli.
Non ci facemmo caso nel pomeriggio, ma molti di noi iniziarono a passare da una malattia a l’altra, Diana, la nostra cara amica che ci accompagnò nel nostro primo tour di Ravello dieci anni prima, dopo cena si fece una passeggiata fuori e una volta attraversato la serratura di ferro di Villa Maria, cadde dritta dritta a faccia a terra, rompendosi il naso per poco. Il mattino successivo i nostri amici Ricky e Tom si ammalarono, Ricky con la febbre e Tom con raffreddore e laringite. Io e Walker stavamo bene il giorno seguente, ma molti altri erano lì lì per lamentarsi l’uno con l’altro.
Per oltre un anno mio marito ha parlato di prendere il gruppo e di scalare il Vesuvio il 31 dicembre 1999. Walker era così entusiasta della prospettiva di scalare un vulcano che avrebbe guidato avanti e indietro per Angri. Io non volevo farne parte; il vento era così freddo e ventoso. Per me la sola idea di andare sul Vesuvio mi sembrarva come andare verso l’inferno, andare in inferno e tornare, ma poi questa non è stata una mia idea . In ogni modo a colazione il mattino seguente nessuno lo avrebbe accompagnato volontariamente e la sua speranza di dare un addio al millennio sbirciando l’abisso evaporò velocemente. Walker mostro un notevole disappunto ma come consolazione aveva quella di trascorrere la giornata con me a Ravello.
E quello fu uno stupendo giorno. Dopo colazione ritonammo a Villa Cimbrone con il nostro amico June Foster e le facemmo un tour dei giardini. I fiori, ovviemente, non erano ancora fioriti, ma la vista era ancora spettacolare. Era una giornata con molto vento, e io ricordo che ero impiedi ad osservare il Belvedere che si affacciava sul Mediterraneo. I venti che provenivano dalla montagna verso il mare erano molto forti, direi quasi feroci. Attraversavano la nostra testa che sembrava che avessimo messo la testa in un tunnel del vento. Va detto che anche se c’era una bella brezza, era anche molto stimolante. La vista anche in una giornata invernale è senza dubbio la migliore al mondo.
Per pranzo, quel giorno cercammo il calore e il comfort della trattoria Cumpa‘ che si trova dall’altra parte della città. Netta era lì e come sempre ci diede il benvenuto, ed è stato davvero un piacere rivederla di nuovo. Indossava ancora il suo “mandesino” blue chiaro e anche stavolta ci trattò come fossimo amici di famiglia che non vedeva da tempo. Ordinammo una caraffa di Vino e lasciammo la scelta a Netta, che ha sempre avuto un’inspiegabile capacità nel riconoscere esattamente cosa volessimo mangiare, selezionando le nostre portate. La sua scelta non ci ha mai deluso.
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Dopo un piacevolissimo pranzo ce ne ritornammo nelle nostre stanze a Villa Maria e riposammo fino alla vigilia delle festività dell’Anno Nuovo. La cena quel pomeriggio consisteva di ospiti dell’Hotel e molti locali che scelsero la struttura per celebrare l’evento. Eravamo seduti attorno a una tavola rotonda di fronte al caminetto nel salotto pricipale. C’erano tovaglie rosse su ogni tavolo con la scritta “2000” dorata spolverata ovunque e un arrangiamento per le festività al centro, tutto adobbato di candele. Ogni ospite aveva rywhere and a festive arrangement in the center, complete with candles. Ogni ospite ebbe un cioccolato di favore avvolto in un panno d’oro lamè legato con un fiocco rosso.
La cena è stata con sette portate stravaganti, iniziando con una meravigliosa bruschetta con mozzarella fresca, salmone affumicato con un pizzico di aglio. Era del tutto divina. La seconda portata è stata un patè di salmone con pasta sfoglia che è stato altrettanto di ispirazione, ma il nostro godimento venne interrotto e direi anche in maniera meravogliosa da una grande banda di musicisti locali, per gran parte composta da bambini dalle guance rosee. Suonavano strumenti rudimentali fatti a mano, molti di loro presi dagli utensili da cucina come scope, pentole, padelle . ms, pots, pans, and other kitchen implements. In mezzo a tutto il tintinnio e lo sbattere degli strumenti, cantarono canzoni facendosi il giro dei tavoli. Davvero indimenticabile.
In seguito ci servirono un piccolo filetto seguito da un piatto della Vigilia dell’anno nuovo di lentichie e zampone. Ci venne poi detto che le lenticchie erano di buon augurio. La sesta portata era fatta da frutta fresca e la cena venne conclusa con due tipi di torta, una al cioccolato con molte nocciole ed un’altra che era una crostata di ciliegie. Ultimando tutto, appena arrivammo all’ora X, non potè mancare una bottiglia di champagne.
La sala da pranzo aveva un televisore che ci portava alle celebrazioni di Fine Anno in Vaticano, che includevano la benedizione del Papa. Quando il nuovo millennio arrivò, in stanza ci fu’ una esplosione di auguri di “Buon Anno” con baci e abbracci per tutta la stanza.
Le celebrazioni, tuttavia erano solo all’inizio. Dopo cena tutti indossarono il cappotto e raggiunsero la folla che stava andando alla piazza centrale per gli fuochi di rito. Per una piccola cittadina, Ravello ebbe sistemato un’impressionante letto di fuochi d’artificio, i cieli sopra la nostra testa e la valle del Drago sotto. E’ incantevole vedere centinania di persone in piazza, tra cui ospiti dell’hotel di tutto il mondo che parteciparono assieme nella celebrazione mondiale del nuovo millennio.
Due giovani donne della festa, entrambe single, andarono all’Hotel Giordano, dove le bande stavano per esibirsi, mentre le coppie anziane nel nostro gruppo, tra cui me e imio marito, ci ritirammo nelle nostre stanze aspettando le notizie del disastro del Millennium Bug che senza dubbio aveva spazzato via la terra.
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Dopo colazione il mattino seguente con la civiltà moderna ancora intatta, eravamo felici di vedere la brigata musicale fatta di coperchi e mestoli ai piedi del Duomo. Il gruppo si esibì di fronte a una folla di buon-numero riunitasi nella piazza principale.
Incontrammo inoltre anche una larga Tombola all’aria aperta con i numeri che venivano annunciati dallo speaker ad alta voce. Walker venne tentato a sfidare la fortuna nel nuovo millennio, ma decidemmo di andare al sicuro da Cumpa’. Li ci godemmo un buon cibo fatto a casa e il caloroso benvenuto di Netta, così decidemmo che era decisamente il miglior modo per festeggiare il primo giorno del nuovo millennio.
Avendo consumato una bottiglia di vino per intero a pranzo, ritornammo in stanza e crollammo dal sonno. Quel pomeriggio il nostro gruppo si riunì per un altra cena a Villa Maria, stavolta non di sette portate come la notte prima. A cena quella sera, Walker fece rivivere la nozione di stare assieme come gruppo organizzando per il mattino seguente una visita alle rovine di Pompei e un’escursione sul Vesuvio nel pomeriggio quando è più caldo.
Sfortunatamente il mattino seguente, io e Walker non ci sentimmo bene, entrambi divenimmi in fine succubi di uno dei virus che aveva già preso di mira il nostro gruppo. La grande avventura di Waler è stata spazzata via ancora una volta. Alcuni del nostro gruppo andarono a Pompei, ma di sicuro non me e Walker. Come fu per l’ultimo giorno intero prima della festa del millennio, anche ora dovemmo ripartire per Roma e per altre destinazioni, io e mio marito recuperammo le forze in albergo e dovemmo proprogare ogni altra escursione a Ravello. Dissi a Walker che per arrampicarsi sul Vesuvio saremmo dovuti ritornare… e i avrei potuto iniziare a dipingere Ravello seriamente.
Chris Apel è nata a Cambridge nel Massachusetts ed è laureata presso il Rockford College in Arti Figurative. Artista vincitrice di riconoscimenti che ha studiato con Danni Dawson, conosciuto a livello internazionale per i suoi ritratti e artista ancora in vita, e con Robert Liberace, pittore acclamato di ritratti e di figure classiche. Mentre lei dipinge da 20 anni scene italiane e negli scorsi 5 anni ha dedicato il suo tempo nel catturare la bellezza di Ravello su tela. Due anni fà ha creato il sito (www.discoveringravello.com) dove mostrava i suoi dipinti su Ravello. Quando le venne chiesto perchè trova Ravello così ispirante sul piano artistico, lei rispose: “E’ tutto. La vista mozzafiato della costa mediterranea, le ville, i giardini curati. Il mix tra lo stile architettonico Romanico, Gotico e Moresco. I fiori. Le Grotte. Con tutti i suou contrasti cromatici, la trama, i soggetti, le prospettive, Ravello è il sogno di ogni artista: Un gioco meraviglioso di bellezza naturale e artigianale, luce e ombre che aspetta solo di essere catturate e messa su tela.”
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